Ieri è stato un giorno triste, triste perché se n'è andato un ragazzo, un motociclista e un campione.
Triste anche per tante parole sterili da quanto artificiosamente melense, dette da persone che poco o nulla conoscevano e continueranno a conoscere questo mondo.
Triste anche per tante speculazioni su colpe, se, ma. In moto si muore, lo sappiamo tutti, e spesso non vogliamo neppure pensarci. Ci è stato ricordato in un modo molto duro.
Triste, se non tristissimo, per i "se avesse fatto il muratore non sarebbe morto". Sicuramente è vero, avrebbe potuto andarsene da un ponteggio a 600€ al mese, ma Marco non se n'è andato solo come giovane ricco e famoso, non se n'è andato solo come lavoratore fortunato ad inseguire una vita che gli piaceva. Se n'è andato come un eroe dei tempi moderni, ma non nell'ottica di chi ha pagato con la vita imprese eroiche, no. Egli era eroe come lo sono tanti altri, perché illusione (e adesso possiamo dirlo con il nodo in gola) di persone invincibili, sempre sul filo del rasoio, sempre ad un passo dalla nera signora, eppure sempre dentro quella linea così sottile che alle volte diventa invisibile, uno spettro. Ogni battaglia su un asfalto diverso, ogni curva a tu per tu a portare dalla tua la fisica, un colpo di spada e via, a capofitto nella prossima, sempre più veloce. Capita che si feriscano, che cadano, ma poi tornano, che sia un minuto o un mese, più forti e motivati di prima. Illusione, perché come Achille anche loro hanno il loro tallone e a Marco ieri è rimasto scoperto per una serie di fatalità, casualità, chiamatele come volete. Ci sono state, imprevedibili, ed è inutile cercare colpe.
Ieri mi si è parato davanti lo spettro della debolezza dell'essere umano. "Se capita davvero anche a loro, è veramente facile che capiti anche a me".
Un pensiero che spesso si propone, leggendo notizie sulla civetta del giornale locale, vedendo l'ambulanza su un passo fatto mille volte, ma sempre molto volatile, inconsciamente da non considerare. Ieri la presa di contatto con questa realtà delle cose è stata brutale, non succede solo "agli altri", è successo anche a Simoncelli. In più è stato tutto violentemente visibile dalle telecamere, un colpo nello stomaco il suo corpo riverso con la faccia sull'asfalto mentre percorre gli ultimi metri.
Ciao Marco.